Stralcio "Secondo Corso di PNL"

31 gennaio 2012

Attenzione a come Programmate i vostri Figli

Salve a tutti e ri-benvenuti nel mio blog ^_^
Oggi tratterò un argomento a me molto caro ovvero la "programmazione" dei bambini, potrei/vorrei dire che lo sto scrivendo per i genitori di figli ancora piccoli ma penso possa incuriosire anche chi, come me, non ha figli e/o si occupa di educazione e strategie d'apprendimento.
Le considerazioni che farò di seguito sono frutto di un mix d'esperienza "sul campo" e studi di programmazione neurolinguistica. A tal proposito sconsiglio di prendere questo post come oro colato, il mio intento è di condividere con voi considerazioni personali che potrebbero esservi utili qualora fossero integrate con naturalezza nelle relazioni con i bambini e, come al solito, non entrerò troppo nei particolari, per agevolare anche i meno addentro a queste materie. Vi consiglio piuttosto di valutare ciò che scrivo ed applicarlo se lo ritenete opportuno o se vi ritrovate in uno o più dei punti che tratterò qui sotto.
Quando parlo di PNL la parola centrale "programmazione" spesso viene intesa come manipolazione, persuasione, condizionamento e forse tutto sommato potremmo anche spiegarla così, io però preferisco tradurla in "educazione". Se consideriamo una qualsiasi interazione fra persone ci accorgiamo subito di come la comunicazione tenda a condizionare le nostre idee, a manipolarle e a persuaderci a fare questo o quello.
Mi spiego meglio con un esempio, la madre dice: "dai Pierino fai i compiti, così poi puoi andare a giocare!"
In questa semplice frase c'è una forte leva motivazionale (il gioco) e la volontà di persuadere Pierino a fare i compiti. C'è anche una forma di condizionamento se consideriamo l'equazione compiti = gioco e pensiamo che Pierino dopo diverse volte che ha ascoltato la frase della mamma, comincerà a vedere i compiti come un modo per accedere al gioco. Possiamo anche scorgere una manipolazione del termine "compiti" in "gioco", quindi la manipolazione dell'atto di fare compiti nell'atto di giocare, benché sappiamo certamente che fare i compiti ha un altro scopo rispetto al gioco. Questo modo di relazionarsi ai figli per ottenere risultati, usare leve motivazionali e quant'altro, lo vediamo tutti i santi giorni, senza però saltare in piedi e gridare: "Hey, ma tu stati manipolando tuo figlio, lo stai condizionando e persuadendo!!!"
Piuttosto valutiamo questo comportamento pressoché normale nelle nostre famiglie, senza considerare tutto quello che stiamo facendo, spesso per educazione ricevuta a nostra volta dai nostri genitori...
Questo tipo di "programmazione", benché sia fatto con il più nobile degli intenti, può anche risultare dannoso in certe occasioni e oggi vorrei parlarvi proprio di questo, cercando anche di darvi un po' di consigli utili su cui riflettere per ottenere risultati più intensi da parte dei vostri figli. Voglio sottolineare però, prima di cominciare, che in PNL il termine programmazione significa anche molto altro rispetto a quello che ho scritto in questa breve introduzione ma per adesso voglio rendervela facile e, ripeto, trasformare questo termine in "educazione".


Se siete lettori fissi del mio blog, ormai saprete che mi occupo di insegnamento e che lavoro con bambini, ragazzi e adulti nell'ambito artistico e perfomativo. Oggi mi dedicherò in particolar modo a considerare la fascia d'età compresa tra i 6 e i 10/12 anni, pur potendo estendere il concetto anche ai più grandi.
Quando a scuola conosco nuove famiglie, con i loro figli, mi bastano pochi minuti per comprendere quale sarà il lavoro che dovrò fare con l'allievo.
Ci sono segnali particolari che mi comunicano molte cose, all'insaputa dei genitori, e sopratutto mi fanno comprendere come i genitori stessi approcciano i figli e quali sono le strategie che adottano per insegnargli o, per meglio dire, educarli.
E' proprio su questo punto che vorrei darvi dei consigli e svelarvi qualche trucco per non mettere i vostri figli in imbarazzo difronte ad una figura autorevole come può essere, ai loro occhi, un insegnante.


1- Evitate di spingere i figli: qualche genitore entra in classe spingendo il figlio davanti a se e "forzandolo" ad entrare per primo nella classe. Questo gesto inconsciamente forza il figlio a fare una naturale resistenza ad entrare, mentendolo sul "chi va là" nei confronti dell'insegnante e dell'ambiente stesso. Così facendo fa scattare nel nuovo allievo un senso di difesa (inconscio) nei confronti della nuova esperienza che sta per approcciare. Entrate voi per primi se vostro figlio non si precipita da solo dentro, non tutti i bambini sono uguali, qualcuno ha bisogno di vedere prima come si comporta il padre o la madre con l'insegnante. In altri termini, il bambino ha bisogno di un esempio di comportamento e di avvertire che l'ambiente a lui sconosciuto è sufficientemente protetto. Successivamente vostro figlio si sentirà a proprio agio nella classe e saprà come comportarsi, questo vale anche in altre occasioni della vita come per esempio le visite dal dottore o dal dentista.


2- Evitate di presentare vostro figlio: lasciate che il bambino si presenti da solo, che prenda tutto il tempo necessario all'interazione con la nuova figura che sta per conoscere. La figura dell'insegnante spesso è vista dai più piccoli come qualcuno con cui si "deve" stare attenti o controllati, questo nega molte delle interazioni emotive e creative che i più piccoli hanno naturalmente con i loro coetanei. Il consiglio di non presentare il bambino attraverso la voce del padre o della madre è una piccola strategia per rompere il ghiaccio e far esprimere al figlio il naturale disagio che ha quando incontra qualcuno di nuovo, oppure di far apparire quello che ritiene più opportuno in quel momento preciso.
Evitate quindi di cominciare la vostra relazione con un insegnante così: "Salve mi chiamo X e questo è mio figlio Y, lui vorrebbe imparare a suonare Z..."
Introducete piuttosto voi stessi in questo modo: "Salve mi chiamo X ed ho portato mio figlio perché potesse conoscerlo..." dopo di che lasciate vostro figlio interagire liberamente alle domande che l'insegnante porrà.


3- Evitate di forzare i bambini: le forzature, specialmente per quanto riguarda le materie artistiche, giocano un ruolo negativo facendo vivere il momento della lezione come una punizione. Mi sono capitati in classe bambini che avevano predisposizioni ed interessi verso  attività che non fossero la musica, dopo qualche lezione ho saputo direttamente da loro quanto fosse duro continuare a venire a lezione e continuare a farlo per non deludere i propri genitori e le loro aspettative. Vi ricordo che fino circa i 12 anni (in certi casi anche più grandi) 
i ragazzi hanno un attaccamento ai familiari molto importante che spesso viene sottovalutato. Alcuni di loro covano in segreto la paura della delusione dei genitori e farebbero di tutto pur di non vedere le facce scontente della mamma o del papà. Ho scoperto mio malgrado che le famiglie che forzano i propri figli a compiere un percorso musicale, pur non valutando le naturali predisposizioni o interessi del figlio, sono sovente composte da persone che nutrono forti rimpianti del passato e cercano di estinguerli con quella famosa frase "tutto quello che è mancato a me, non dovrà mancare a mio figlio", sottovalutando le differenze importanti degli interessi di questi ultimi. Evitate di considerare i vostri figli dei piccoli "voi stessi", dategli modo piuttosto di farsi conoscere per quello che sono e cercate di supportarli per quanto vi è possibile. Dopo tutto non penso di dire una banalità scrivendo che "siete contenti quando i vostri figli son contenti", quindi occupatevi di conoscere quali sono le cose che li rendono veramente felici senza imporre niente forzatamente.


4- Fate comprendere il significato della responsabilità ai vostri figli: negli anni di insegnamento ho fatto esperienze tra le più disparate e le ho confrontate con i miei colleghi numerose volte. Ci siamo accorti che le famiglie più benestanti spesso non danno importanza a quello che fanno i propri figli in termini di sacrificio e responsabilità. Con questo non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ma voglio dire che anche il denaro, e il lavoro che si fa per ottenerlo, assume un significato più blando nelle famiglie più abbienti e di conseguenza si corre il rischio di dare una minore importanza alle proprie attività e alle energie spese. Un buon approccio allo studio del figlio è dato anche dalla considerazione dell'impegno che la famiglia mette per sostenerlo, per qualcuno questo potrebbe voler dire appesantire il ragazzo di responsabilità, io trovo invece che fortifichi la propria convinzione in quello che si fa. Ripeto e sottolineo "non per tutti è così" diciamo però che è un buon punto di partenza quando sento dire ai genitori: "sii convinto di ciò che fai e decidi in autonomia, consapevole del fatto che "o fai questo o fai quello", a te la scelta". Una allievo convinto della propria scelta produce risultati assai più elevati rispetto a chi scalda il banco senza metterci del suo. La responsabilità delle proprie vittorie è importante almeno quanto la responsabilità delle proprie sconfitte.


5- Siate partecipi nelle vittorie e magnanimi nelle sconfitte: festeggiate con  i vostri figli tutti i loro successi, siate voi i primi loro fans, questo li aiuterà a comprendere il vostro legame con le loro passioni e fungerà da rinforzo positivo spingendoli a dare di più. Allo stesso modo, state vicino ai vostri figli durante le fasi meno produttive, cercando con loro gli insegnamenti nascosti di quel periodo della loro vita. Condividere con i vostri bambini le prime grandi vittorie li aiuterà anche a comprendere quanto importante sia l'unità nella famiglia e, quando saranno più grandi, non tarderanno a condividere con voi i momenti di gioia e a chiedere consiglio nei momenti di disagio.


6- Evitare assolutamente di parlare per loro: se davvero volete conoscere i vostri figli e fargli fare delle esperienze reali, evitate di rispondere o parlare per loro. Se qualcuno gli porge una domanda lasciate loro la possibilità di non rispondere o di prendere tempo. Trovo una forte mancanza di rispetto nei confronti dei bambini questa assurda voglia di incalzarli con le vostre parole. Non metto in dubbio che abbiate le più alte intenzioni, fatto sta che i loro pensieri passano comunque dalle LORO bocche 
e NON DALLE VOSTRE!
Evitate con cura anche di reimpostare le frasi che dicono, questo umilia il figlio e non lo fa sentire libero di esprimersi. Ho conosciuto troppi genitori che non facevano parlare i propri figli per paura delle cose che avrebbero potuto dire e spesso mi sono accorto che chi doveva nascondere qualcosa erano proprio i genitori e non i figli. Ovviamente riprendeteli con cura se mancano di rispetto o di educazione, ma evitate di interagire con i loro interlocutori come foste dei "traduttori di pensiero". I bambini più preparati linguisticamente sono quelli che hanno dialoghi alla pari con i loro genitori fin dalla più tenere età.
Purtroppo mi capita troppo spesso di chiedere qualcosa ai miei piccoli allievi e di vedere immediatamente i loro occhi cercare la figura paterna o materna perché gli dica cosa rispondere. Questa abitudine è un grosso limite specialmente nelle materie artistiche in cui la propria creatività passa dall'intuizione, dall'emozione e dal sentimento e questi sono assolutamente personali. Cercate di comprendere che se vostro figlio sbaglia non fa fare brutta figura a voi, ha solo sbagliato e sta facendo l'ennesima esperienza nella vita, rendetelo responsabile di ciò che dice e imparerà in modo molto più fluido e rapido. Certe volte un sorriso alleggerisce di più di uno sbaglio evitato per mezzo dei genitori. Fategli capire come le cose che dicono si materializzano nella mente dei loro interlocutori e rendeteli responsabili di questo.


7- Evitate accuratamente i NON: spesso sento dire ai genitori molte più volte quello che i figli NON devono fare piuttosto che quello che devono/possono fare. Forse vi è comodo sapere che il NON è processato dal nostro cervello solo dopo che tutto il campo affermativo è passato in rassegna e divenuto rappresentazione. Mi spiego meglio con un esempio: se vi chiedo di non pensare ad uno stivale color prugna cosa pensate? Quello che succede è che il nostro cervello prima rappresenta lo "stivale color prugna" e poi ci mette una bella X sopra. Ora, se voi chiedete ai vostri figli di non dire parolacce, cosa passerà per primo come messaggio? Passerà "dire le parolacce" ed avrete ottenuto esattamente quello che NON volevate! Siate direttivi con le vostre richieste dite: "voglio che tu ti comporti così.." oppure "alzati in piedi" piuttosto che dirgli "non stare giù seduto".
E se proprio volete utilizzare la forma negativa almeno sostituite il "non" con il termine "evita".
Dite: "Evita di metterti le dita nel naso"  piuttosto che dire "non metterti le dita nel naso".
I genitori a cui ho insegnato questo semplice esercizio linguistico mi ringraziano ogniqualvolta mi vedono ^_*






Bene, io oggi mi fermo qui, ricordandovi che questi semplici consigli che ho scritto sono appunto consigli, è vostra la responsabilità di adoperarli o meno.
Dopo tutto ci sono milioni di libri sulla psicologia della famiglia, sulla psicologia evolutiva, sull'educazione e io non ho la pretesa di aver apportato niente di massivamente nuovo.
Sottolineo ripetendomi, come ho detto nell'introduzione, che io personalmente non ho figli e che chiunque può pensare che abbia scritto questo post per questo motivo. In realtà sono tanti anni che lavoro con i bambini ed ho raccolto molte informazioni non solo su libri e dai colleghi più anziani bensì dalle mie innumerevoli esperienze in più di 15 anni.
Vorrei aggiungere che chiunque mi abbia conosciuto personalmente si è accorto subito di quanta predisposizione abbia a stare e trattare con i bambini, e che mi occupo anche di bambini portatori di handicap mentali e fisici. Ciò non significa che io abbia assolutamente ragione, ma ho abbastanza ragione di pensare che pur non avendo figli miei posso prendermi la responsabilità di dire quello che penso a riguardo di questo tema a me tanto caro.
Parlando quasi quotidianamente con genitori ho molto ben chiaro cosa significhi esserlo e cosa possa comportare in termini di energie, ma anche in termini di soddisfazione.
Mi auguro di avervi incuriosito e se leggerete anche solo un libro in più sull'argomento, dopo aver letto questo post, io ne sarò comunque lusingato e contento.
Spero di essere stato utile a qualche famiglia che ogni tanto si mette le mani nei capelli per quei terremoti che possono essere a volte i figli ^_^


Sentitevi liberi di scrivermi un commento
se avete domande o semplicemente per dirmi che
avete apprezzato o utilizzato questi consigli base.


Un abbraccio
Caru

24 gennaio 2012

Teoria Unificante e Fisica Quantistica

Ecco qua il primo post del 2012 
colgo l'occasione per fare gli auguri di buon anno a tutti (anche se in ritardo...) 
e comincio subito con il tema di oggi...
Tra i tanti personaggi che si occupano di fisica quantistica ci sono soggetti che provengono dalle più disparate estrazioni, ai tempi d'oggi infatti è facile imbattersi in studiosi che provengono da discipline diverse ed è entusiasmante vedere come si aprono tematiche interessanti, correlate, intrecciate e con diverse applicazioni. Oggi nello specifico parlerò di un cardiochirurgo israeliano che, fra le tante cose, ha condotto i suoi studi universitari proprio qui in Italia.

Nader Butto nato a Nazareth (Israele) si è laureato in medicina a Torino nel 1983 e specializzato in cardiologia in Israele.
Il dottor Butto riesce a parlare della fisica quantistica con estrema lucidità e assoluta semplicità, tanto che i suoi convegni sono aperti non solo a specialisti del settore. Il linguaggio che adopera arriva alle persone di tutte le estrazioni senza perdere quella complessità che caratterizza gli argomenti trattati.
In fondo a questo post vi proporrò uno dei suoi convegni e vi potrete rendere conto già dalle prime battute quanto possa essere spassoso e leggero trascorrere due ore in compagnia di un oratore così competente.
Nader Butto è un ricercatore nel campo delle cure alternative e, benché sia un medico, non disdegna affatto l'utilizzo di approcci che richiamano le sacre scritture o i testi antichi riuscendo a far combaciare fra loro differenti punti di vista che a primo acchito sembrano così distanti.
Nelle sue conferenze parla di fisica quantistica, teoria del tutto, leggi fisiche, medicina convenzionale e olistica ma senza perdere di vista quelle che sono le sfere della spiritualità, immettendo nei suoi discorsi termini come "anima", "spirito", "amore" etc. termini insomma che al primo ascolto possono sembrare contrastanti con gli studi canonici della scienza.

Ma vediamo qui di seguito cosa potreste rischiare di apprendere guardando il video che vi propongo oggi... così facciamo anche un ripasso generale, visto che è già passato un mese da quando ho scritto l'ultimo post ^_^

I principi fondamentali della fisica quantistica:

-Principio di indeterminazione di Heisenberg: non possiamo determinare la posizione di una particella e contemporaneamente conoscerne la quantità di moto. Tanto più sarà precisa la nostra conoscenza sulla velocità, tanto meno precise saranno le informazione della sua locazione (e viceversa).

-La funzione d'onda ed equazione di Schrödinger: con questa funzione possiamo calcolare la "probabilità" di una particella di essere in un determinato posto (a questo proposito vi ricordo che la fisica quantistica è la fisica delle probabilità!!!). L'atto della misurazione di un fotone, che è una onda elettromagnetica, trasforma l'onda in una particella.
Questa è la regola della fisica quantistica dalla quale nasce l'enunciato:


-Entanglement quantistico ed il paradosso di EPREinstein-Podolsky-Rosen ):
è il principio della non località e spiega fenomeni di connessione a distanza ad una velocità che supera la velocità della luce. Sono stati fatti esperimenti interessanti riguardo l'entanglement quantistico, per esempio sono stati  presi dei campioni di DNA da un soggetto e sono stati portati in un edificio distante dal soggetto stesso. Dopo aver sottoposto il soggetto a determinate sollecitazioni i risultati hanno dimostrato come il suo DNA reagisse immediatamente agli stessi stimoli, benché distante e apparentemente non connesso.
Il paradosso sta proprio nel fatto che apparentemente non ci sono connessioni che possano passare l'informazione da una particella all'altra o, nel caso dell'esempio su citato, dal soggetto al suo DNA precedentemente separato da lui.

Dopo aver dibattuto a lungo sulle correlazioni tra i principi della fisica quantistica il Dott. Butto, senza sforzo apparente, crea dei legami tra la scienza e "Dio", organizzando un discorso veramente avvincente e legando vecchie discipline e antichi testi alle più odierne scienze occidentali. Questo mi ricorda l'atteggiamento che ha un'altro grande scienziato del quale ho parlato in un post precedente, Gregg Braden. Anche lui convinto che i legami tra antico/sacro e scienza moderna/medicina siano molto più evidenti di quanto non possa sembrare a prima vista. Trovo entusiasmante il loro modo semplice ed al contempo rigoroso di discutere certe tematiche, organizzando quello che in altre parole potremmo chiamare lo 
"studio profondo dell'uomo e delle sue correlazioni con la creazione della realtà"

Ritornando al nostro argomento di oggi...
nel proseguo del video Nader Butto spiega le "Sette leggi Universali" che tendono ad unificare il concetto di creazione (il creato). Queste leggi sono una Teoria Universale Unificante che racchiude in se le quattro forze della fisica ( che vi ricordo sono: la forza forte o nucleare, la forza debole o radioattività, la forza elettro-magnetica e la forza di gravità).
Vi elenco e spiego rapidamente le sette leggi di cui parla Butto:

1- Unicità: tutto ciò che è presente nell'universo ha avuto origine da una sola energia e cioè il 
"Campo Quantico" che non ha ne spazio ne tempo. Nella scienza, questa energia, è stata chiamata in diversi modi mentre nella religione principalmente è chiamata "Dio".

2- La Struttura a Spirale come incontro tra energia e materia :spiega come l'energia originale o "Campo Quantico" si sia trasformata in qualcosa di "reale" nello Spazio-Tempo.
Pensate come l'acqua attraverso la condensazione passa dallo stato gassoso (vapore), allo stato liquido e allo stato solido (ghiaccio) semplicemente togliendo energia alle molecole che la compongono, e ora provate ad immaginare l'energia del Campo Quantico che con lo stesso principio di condensazione passa da energia pura a molecola. Dopo la comparsa della molecola potete anche immaginare il moto della molecola stessa, e con un moto, o spostamento, bisogna cominciare a considerare il Tempo (vi ricordo che per la fisica classica il tempo è spazio fratto velocità), ed ecco che l'energia del Campo Quantico si trasforma in materia immersa nello Spazio-Tempo (quadri-dimensione).

3- La legge della Trinità Universale: tutto ciò che è presente in maniera stabile è rappresentato sotto forma di "Tre". Un esempio comprensibile potrebbe essere la concezione dell'uomo come composto da corpo, psiche e anima. Un altro esempio potrebbe essere la descrizione della materia come gas, liquido e solido. In musica la "terzina"  è considerata stabile nella sua interezza ed il tempo 3/4 (tre quarti) dai Greci era raffigurato con un cerchio a simboleggiare la completezza e la perfezione. Vorrei anche ricordare che in fisica classica l'EQUILIBRIO STATICO si ottiene con TRE punti d'appoggio.

4- La legge della Bipolarità: tutto ciò che è presente in questo universo è l'incontro tra due poli. Quello che in altre parole chiameremmo dualismo o dicotomia, il bene ed il male, il bianco ed il nero, il più ed il meno. Possiamo anche spingerci oltre e guardare la fusione dello spermatozoo maschile con l'ovulo femminile, il lobo destro ed il lobo sinistro del cervello, la differenza di potenziale negli atomi etc. Questa legge spiega come attraverso la bipolarità e quindi l'attrazione dei due poli sia possibile la vita su questo pianeta.

5- Le Quattro fasi della Vita: le fasi sono "eccitazione", "espansione", "contrazione" e "rilassamento". In questa legge sono racchiuse tante delle funzionalità dell'essere umano come il battito cardiaco, la respirazione polmonare, ma anche le quattro stagioni, intese anche come quattro stagioni della vita. Provate per esempio a pensare a qualcosa che desiderate molto, ad un vostro obiettivo nella vita, la prima cosa è l'eccitazione che si prova ed è anche la pulsione che ci spinge a volerla, dopo di che c'è un'espansione, ovvero una manifestazione di apertura nei confronti di cosa possiamo fare per raggiungere il risultato che desideriamo.
La terza fase, la contrazione, ossia quando cominciamo effettivamente a "fare", quando ci mettiamo in moto e concentriamo le nostre energie per concretizzare ciò che abbiamo desiderato precedentemente ma che ancora era solo un nostro pensiero o sogno.
Dopo di che , quando abbiamo avuto ciò che vogliamo viene la fase di rilassamento, fino al prossimo obiettivo o sogno da realizzare che ci renderà ancora eccitati e pronti ad espandere noi stessi, contrarre le forze in quella direzione e rilassarci nuovamente ricominciando il ciclo delle quattro fasi.

6- Modello energetico universale: questa legge spiega come intorno ad ogni struttura ci sia un campo magnetico. Quello che determina la forma delle cose è proprio questo campo magnetico. Nader Butto sviscera benissimo come questa legge sia implicata in diverse manifestazioni della materia, e come sia anche applicabile alle diverse sfere di energia non visibili intorno ai nostri corpi. Attraverso questa legge possiamo comprendere anche i livelli di energia che costituiscono i vari corpi, come esempio Butto utilizza la frutta più comune e le varie forme che le caratterizzano. Una piccola chicca è quando spiega come mai si suol dire
"una mela al giorno leva il medico di torno"...

7- Codice universale di 64 fasi o intelligenza Divina: spiega come ci siano 64 stati quantici che determinano forma e struttura della materia. Ogni stato quantico è composto da uno o più dei sette elementi presenti in natura o dalla loro particolare energia. 
I sette elementi in natura sono: luce, fuoco, aria, acqua, ferro, terra e legno.
In altre parole attraverso l'interazione di questi elementi (o dalla loro particolare energia) possiamo risalire a tutto ciò che compare nel nostro universo e le combinazioni possibili sono 64 (ossia 2 alla potenza di 3 in base alla legge della Trinità universale che spiega come i sistemi stabili siano composti da tre strutture e ciascuna di loro può essere positiva o negativa. Successivamente considerando la legge della bipolarità dovremmo considerare anche la caratteristica del sistema intero ma con l'altra gamma di possibilità di polarità ed ecco che viene fuori un altro 2 alla potenza di 3, che moltiplicato al precedente da appunto 64 possibilità). 

Durante i vari passaggi , nel mezzo delle spiegazioni, Nader Butto parla anche di sesto e settimo senso, accennando come il sesto senso faccia riferimento all'intuizione.
Quando poi passa a parlare del settimo senso le cose si fanno molto più interessanti, ci spiega infatti che questo senso ha a che fare con la capacità di percepire un'altra persona senza usare i cinque sensi e senza aspettare il sesto senso.
Attraverso il settimo senso possiamo controllare lo stato di salute psichico e fisico di una persona semplicemente "sincronizzandoci" con lui/lei, al di là dell'aver incontrato prima di allora questa persona. Ci sono anche un paio di esperimenti dal vivo che il Dottore fa con il settimo senso, davvero molto interessanti.
Quando poi spiega come tutti quanti possano apprendere certe tecniche dice una cosa che mi ha colpito molto e che ho subito trovato aderente al mio pensiero: 
"Ogni cosa che è in natura è naturale...non esiste in natura il sovrannaturale!"

Io mi sono limitato a riassumere il video che vi propongo qui sotto, anche perchè sarebbe stato davvero da pazzi trasporre tutta la mole di informazioni che viene divulgata in questa conferenza. La mia opinione sui temi trattati è come al solito positiva, ma lasciate che metta un accento sul fatto che, finalmente, anche la scienza comincia a fare i conti con il "non visibile" e che l'uomo diventa il centro della discussione. Le esperienze di secoli di studio nei vari campi scientifici cominciano a dimostrare che l'essere umano ha una notevole responsabilità ed una parte importante nel "gioco della vita".
Sono più che contento di sentir parlare di concetti come Chakra e Meridiani e che gli venga dato lo stesso peso che abbiamo dato per anni a termini come Medicina, Scienza, Psicologia. E' sorprendente comprendere come vie completamente diverse, con origini differenti, abbiano destinazioni tanto simili. Ho scoperto con piacere il lavoro di Nader Butto, ha aggiunto alla mia visione d'insieme altri tasselli importanti, ho trovato riscontro in moltissime delle considerazioni che fa e non escludo di partecipare ad una delle sue prossime conferenze. 
Spero di essere stato abbastanza chiaro per tutti quanti e come al solito avervi incuriosito con questi temi. Se qualcuno di voi avesse problemi a comprendere quello che ho scritto o lo ritenesse troppo complesso per le sue capacità, non abbiate paura, il video che vi posto ha un oratore veramente bravo che stempera l'atmosfera scientifica con un paio di barzellette niente male riuscendo a coinvolgere anche i più scettici ^_^
Vi auguro una buona visione, ma non prima di avervi detto che il video a tratti ha una qualità pessima, tuttavia l'audio è buono...ed ora, a voi il link!



e qui trovate il secondo video ^_^

Se avete domande o 
sentite il piacere di scrivermi un commento
siete liberi di farlo ^_^
Un abbraccio
Caruso Colzi