Stralcio "Secondo Corso di PNL"

10 giugno 2013

Operatori Modali

Oggi l'argomento che andrò a trattare, lo premetto subito è vastissimo, sopratutto per le sue implicazioni e applicazioni. Sicuramente non mi farò mancare di essere chiaro e comprensibile ma è importante tener presente che certi temi sono impossibili da trattare in poche parole. Quindi diciamo che prendo la palla al balzo e comincio dall'introduzione dell'argomento stesso.
Nel suo uso comune il linguaggio porta con sé svariate sfaccettature ma perchè una frase funzioni, o per lo meno abbia un senso, bisogna che sia presente un verbo.
Con il termine Operatore Modale infatti, i piennellisti intendono andare a sottolineare le modalità che caratterizzano un verbo all'interno dell'enunciato.
Di solito, quando si parla con un amico o un collega, si tende a comprendere il senso della frase all'interno di un discorso più ampio. E comunque sia NON si fa caso alla qualità dei verbi proposti dal nostro interlocutore, o per lo meno NON coscientemente.
In PNL invece, prestiamo attenzione a queste qualità e le utilizziamo sia a nostro vantaggio, per entrare maggiormente in rapport, sia a vantaggio della persona con cui parliamo, in modo che possa comprendere meglio dove sono le possibili lacune in ambito di Convinzioni, Atteggiamenti, Limitazioni ecc. ecc.
Prendiamo per esempio una semplice frase:
"Vado al mare"
ora, provate a farvi una rappresentazione mentale di questa frase...
tenetela bene in mente e andiamo avanti... consideriamo quest'altra:
"Vorrei andare al mare"
cambia qualcosa nella vostra rappresentazione?
ok, continuiamo:
"Volevo andare al mare"
e ancora:
"Sarei voluto andare al mare"
oppure:
"Andrò al mare"
come sta cambiando la vostra rappresentazione dell'andare al mare, in funzione dei verbi che sono stati utilizzati?  Potremmo continuare per ore a cambiare il senso della frase, semplicemente alterando i modi e i tempi dei verbi...

Veniamo al punto...
Quando si parla di Operatori Modali ci si riferisce principalmente a:
operatori di necessità, operatori di possibilità e operatori di volontà.
Stiamo prendendo in esame quindi le parole: necessito/ ho bisogno/ devo, posso/ faccio, voglio/ desidero.
Tutti questi verbi possono essere coniugati nei modi indicativo, condizionale, congiuntivo... oltre che nei vari tempi!
Vi rendete ben conto da soli adesso che prestare attenzioni a queste particolarità è un compito assai oneroso. Anche perchè di verbi in un discorso ne vengono messi a centinaia.
Siamo ora consapevoli che il termine Operatore Modale sta a significare:
"il Modo con cui Operano i verbi all'interno dell'enunciato".
Questo ci dice davvero molto e ci è utile per comprendere un'infinità di sfaccettature all'interno della frase. 
Per quanto riguarda le applicazioni degli Operatori Modali sono costretto a rimandare, chi è interessato, ai vari corsi di PNL che si possono frequentare di persona, oppure al
"Secondo Corso di PNL" nel quale, con molta calma e dovizia di particolari, spiego questi strumenti formidabili.
Voglio però lasciarvi con un consiglio che vi sarà utile nelle prossime interazioni:
"Evitate di  cambiare gli Operatori Modali del vostro interlocutore!"
Non solo farete più attenzione ad ascoltare bene ciò che vi viene detto, ma sopratutto NON andrete a scontrarvi con quelle rappresentazioni mentali che vi stanno proponendo.
Siate flessibili e riuscirete a verificare da soli come questo semplice consiglio vi aiuterà ad entrare maggiormente in rapport ^_^
Sappiate che gli Operatori Modali vengono utilizzati nelle negoziazioni sia scritte che orali.
E legando questi strumenti ai Meta-Programmi, potrete davvero fare la differenza in un discorso o una conversazione.
Inoltre gli Operatori Modali hanno un forte impatto sulle Sum-Modalità.
Come avevo premesso, l'argomento è vastissimo, ma son convinto che i molti che mi hanno chiesto cosa siano gli Operatori Modali, adesso ne sappiano di più rispetto a prima.

Se dopo aver letto questo post sarete anche minimamente più attenti a come i verbi condizionano le scelte, le presupposizioni linguistiche e le rappresentazioni, Vi assicuro che avete già fatto un passo enorme all'interno del linguaggio e le sue sfumature.

Ancora una volta 
Vi ringrazio tutti
un abbraccio e a presto 
Caru

7 giugno 2013

Adattamento SI, Adattamento NO.

Come spesso ho espresso ai miei Amici e Colleghi
trovo che l' "Adattamento" sia una delle più belle doti dell'essere umano,
e contemporaneamente la più negativa peculiarità.
Molti mi hanno dato ragione, altri si son limitati a dubitare silenziosi, 
qualcuno ha commentato sonoramente per poi ravvedersi cinque minuti dopo,
tal'altri hanno percepito la dualità e l'inesorabilità nello spessore del concetto.
Quando si parla di Adattamento NON si può NON tirar fuori la questione delle abitudini.
Tanto meno NON si può NON parlare dell'aspetto animale
che si manifesta attraverso la nostra natura di mammiferi.
Ma vediamo di chiarire questi punti, uno per uno, 
in modo che tutti quanti possano trarre le proprie conclusioni
senza sentirsi ne esclusi ne disinteressati...
Sappiamo ormai benissimo, quanto l'adattamento sia una delle prerogative più importanti nel regno animale.
Sembra infatti che sopravvivano solo quelle specie di animali capaci di adattarsi alle varie condizioni: climatiche, ambientali (legate all'alimentazione), relazionali (con soggetti della stessa specie e di specie diversa), genetiche (legate all'evoluzione necessaria della specie)...
Quando si considerano questi aspetti legandoli alla vita degli esseri umani però
dobbiamo considerare mooooooolte più variabili...
Uno fra tutti l'aspetto psicologico!
L'essere umano ha dimostrato durante i secoli, di potersi adattare davvero a tutte le condizioni climatiche, si trovano popolazioni su tutta la superficie terrestre. Si spazia dal caldo del deserto al freddo del pac, da situazioni di completa siccità a luoghi dove le piogge regnano sovrane, con tutto quello che ci sta nel mezzo a questi estremi.
Ci siamo adattati ai cibi più disparati, ed essendo (secondo qualcuno) omnivori, ci nutriamo di migliaia di piante,frutta e ortaggi, alghe... Abbiamo imparato a mangiare (sia cotti che crudi) animali di specie diverse, insetti, pesci. 
E naturalmente siamo in grado di coltivare, pescare e cacciare.
Ci siamo adattati ai miliardi di germi, microbi, batteri, malattie (genetiche, virali...) 
E ovviamente abbiamo "compreso" come curarci e sostenerci in salute (per quanto la SALUTE sia un concetto molto poco chiaro, specialmente ai tempi d'oggi ).
Ci siamo adattati ai contesti relazionali più disparati, spaziando dagli eremiti alle sovrappopolazioni delle città dove si vive stivati come formiche. Passando dal piccolo paesino toscano alle metropoli come Kathmandu.
Sotto questo punto di vista siamo stati una specie infestante, che è sopravvissuta davvero un pò a tutto.
E se vogliamo potremmo affermare che "Vivere è Adattarsi".
Ciò nonostante c'è un altro aspetto da considerare... e neanche troppo nascosto!
Fin qui abbiamo trattato l'argomento adattamento da un punto di vista positivo (per così dire).
Quando però si integra anche l'aspetto "abitudine" il discorso cambia eccome!
L'uomo si adatta ad un ceto sociale, ad un modello di vita, ad un compenso mensile, alle relazioni, all'idea che ha di sé stesso...
Specialmente in questo periodo poco piacevole, dove si vedono licenziati elemosinare un lavoro, dove l'economia ci ha deturpati di dignità e speranza, l'adattamento comincia a vacillare.
Ci sono studi specifici in psicologia, che dimostrano come con la perdita del lavoro si possa perdere anche l'identità sociale. Molti sentono mancarsi il terreno sotto i piedi, non riescono più a sognare, relazionarsi, divertirsi, crescere.
Ecco che l'adattamento manifesta il suo aspetto più negativo e minaccioso!
Ci adattiamo a un tenore di vita, e poi non riusciamo a "tornare indietro".
Potete provare voi stessi a fare un sondaggio, molto semplice e assai redditizio in quanto presa di coscienza.
Chiedete ai vostri cari, amici, colleghi: "Di che cosa non potresti fare a meno?"
Rimarrete stupiti di quanti vi risponderanno: la macchina, il cellulare, la moglie, il figlio, il lavoro...
Sarà difficile che qualcuno vi risponda: l'aria, l'acqua, il cibo, il sole, gli occhi, le mani ...
Cominciate a comprendere come il concetto di adattamento possegga una duplice valenza?
In tempi come quelli che stiamo passando è importante conoscere quello che è superfluo e quello che è 
VERAMENTE NECESSARIO!
Da professionista, posso comprendere l'insoddisfazione delle persone (sotto tutte le sue forme), ma da Uomo mi sento di ricordare ai miei "Fratelli e Sorelle" che le cose importanti spesso sono quelle che diamo per scontate. E voglio anche aggiungere di NON dare per scontato niente... La vita NON fa sconti!!!
Adattarsi va bene, ma fino al punto in cui non diventa un limite.
Purtroppo, e queste non son parole mie, "l'uomo è un animale senza troppo memoria".
Ci siamo forse dimenticati che neanche ottanta anni fa, nel nostro bel paese, i nostri nonni vivevano senza macchine, con un paio di scarpe per anni, poco cibo, senza elettricità, senza istruzione, senza telefoni, televisioni, internet ????
Eppure son sicuro che chiunque li abbia conosciuti, i nostri nonni ci hanno trasmesso valori, dignità, coerenza, insegnamenti e tanto tanto di più!
Adesso che ci siamo adattati ad un tenore di vita assai più elevato e con molte e molte più facilitazioni, sentiamo nei bar e nei pub, lamentele assurde e poco costruttive, su come sia difficile e amara la vita senza un nuovo capo d'abbigliamento, piuttosto che telefono o un taglio di capelli.
Questo mio post NON vuole essere una polemica, Vi ricordo che stiamo valutando il concetto di adattamento e di come possa essere più subdolo di come lo si possa credere...
Lungi da me voler giudicare, NON è nel mio stile...
Spero se mai che queste mie opinioni possano ampliare un modello di speranza per coloro che trovano difficile la "sopravvivenza" in questo periodo poco roseo.
E credo davvero che ogni tanto, fare una lista delle cose importanti sia una splendida opportunità di notare come ognuno di noi sta facendo cose fantastiche, compiendo gesti gentili, amando al di là dell'apparenza.
Chi mi conosce sa quanto io adori la parola "Versatile".
Versatile è qualcosa che prende la forma del contenitore che lo contiene, senza però perdere il proprio volume, la propria composizione, valenza, dignità!
Qualcuno potrebbe chiedermi: "ma Caruso, tu da piennellista non dovresti utilizzare il termine 'Flessibile' ???
Ebbene, penso che la flessibilità sia una gran dote, tuttavia c'è qualcosa di ancora troppo solido un questa parola elastica.
Da Italiano, avendo vissuto anche per diverso tempo all'estero, conosco il popolo che mi ha cresciuto e confido molto nella nostra creatività. Una dote questa che va oltre il concetto di adattamento.
E forse proprio la nostra creatività è la dote che più necessità di essere ri-spolverata... 
Creare nuove strategie, nuove modalità d'approccio a quello che sembra essere uno stagnante adattamento sociale. La dinamica delle relazioni che, per adattamento, si sono imposte nell'essere umano, sembrano NON volersi più ritenere valide...
Il proprio punto di vista assume un ruolo importante adesso, ma solo là dove si conosce quello che comporta adattarsi.
Vorrei lasciarvi con una frase a me cara.
L'autore è Dugpa Rimpoce (discepolo del Dalai-Lama)
il titolo del libro "500 precetti per una vita felice"  

"Elimina a poco a poco le abitudini, gli automatismi,
le cattive disposizioni che dividono e ingombrano lo spirito."

...è un libro che consiglio di avere in casa, da leggere saltuariamente, fa riflettere.
mi è stato regalato da una cara amica che ho nel cuore.
All'interno della prima pagina mi scrisse una frase che recita così:

"Nell'arco della tua Esistenza, con amore..."


Spero abbiate gradito il post, e magari che abbiate avuto il tempo per riflettere quanto spesso abbiamo un modus operandi troppo rigido. 
Vi ripeto e sottolineo che riporto qui nel mio blog SOLO opinioni personali...
ma chissà che a qualcuno non abbia dato uno spunto per proseguire con più forza ^_^

lasciatemi un commento qui sotto se lo ritenete positivo
...un abbraccio
Caru